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La qualità percepita: ci vuol tanto a capire perché il turismo italiano è in crisi?

Ultima cena delle vacanze a pochi chilometri da Monaco di Baviera: due secondi di carne con ricco contorno di qualità ineccepibile e di formato camionista, due deliziose Efenweizen da mezzo litro, un servizio impeccabile. Conto da 26 euro. Primo pranzo in Italia, a pochi chilometri da Trento: due piattini di roastbeef (il contorno è stato ordinato ma se ne sono dimenticati), una piccola Pils, una piccola minerale, due espresso. Conto 22 euro.
Non c’è da meravigliarsi se, come scrive La Repubblica, l’Italia ha perso il 6,4% delle presenze contro un aumento mondiale dell’11,2% uscendo dai primi cinque paesi turistici. Può darsi che ora il governo stanzierà congrui fondi per fare uno studio sul settore, ma non è necessario. Indispensabile invece sarebbe portare qualche comitiva di nostri pubblici esercenti a fare un viaggetto oltre frontiera per constatare con quale professionalità e gentilezza e a quali costi i colleghi stranieri gestiscono l’ospite. Mai sorprese, neppure nelle aree più turistiche, conti puliti che partendo dai listini consentono di preparare il denaro prima che giunga il totale su carta, molta disponibilità anche se non si conosce la lingua. Dove andrete voi a godervi la prossima vacanza?

Un commento

  1. Il governo è già corso ai ripari con la nuova mirabolante roboante iniziativa di turistiprotagonisti.it. Il ministro Rutelli dà la possibilità ai sudditi di raccontare la propria esperienza connettendosi a http://www.turistiprotagonisti.it/
    Eppure basterebbe fare un viaggio senza auto blu all’estero per capire come mai da noi il turismo è in calo. Dal punto di vista dei prezzi si salva il Sud Italia, ad esempio la Puglia, dove sono stato in vacanza e ho mangiato spendendo relativamente poco. Ma la carenza nei servizi e nelle infrastrutture è purtroppo allarmante.

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