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Se lo scrive Lindt

“Al momento dell’assaggio i sensi vengono completamente avvolti dagli aromi rotondi, floreali e aromatici. Poi il retrogusto invade il palato con una sensazione di piacere estremo. Trasportandoti senza riserve e senza domande. Hai appena sperimentato la libertà di pensiero della cioccolata Lindt”.

Se l’avessimo letto sul tema di un allievo delle elementari potevamo essere commossi dal tentativo di esprimere enfaticamente un evento sensoriale, ma questo è quanto è riportato sul menu del Maître Chocolatier della Lindt. E non è l’unico testo sensorialmente farneticante che viene riportato sull’elegante pieghevole a disposizione dei clienti nei bar. La multinazionale dimostra così che farebbe bene a continuare a occuparsi di cioccolato, sicuramente apprezzabile, evitando però inammissibili sgrammaticature sensoriali che nuociono alla sua immagine.

Che un aroma sia aromatico ci pare lapallissiano (e pleonastico), sul fatto di possibili invasioni del palato da parte del retrogusto abbiamo qualche dubbio e comunque contrasta con il “piacere estremo” che può dare un’invasione da qualsiasi parte giunga. Ma il fatto che la cioccolata detenga la proprietà di avere una libertà di pensiero proprio non riusciamo ad accettarlo.

L’unica cosa buona del pieghevole è la dimostrazione che anche il marketing delle grandi aziende sta convincendosi sempre più dell’importanza della sensorialità. Di questo siamo felici, ma visto i mezzi di cui dispongono, applichino alla nostra materia la stessa diligenza che usano per la grafica e le immagini. Almeno questo.

Un commento

  1. Ecco cosa succede a dare in mano a generiche agenzie di comunicazione/marketing certi messaggi. Che si tratti di cioccolato, vino, o caffè è tutto un florilegio di frasi fatte, ad effetto e…inappropriate.
    Però la responsabilità del testo finale è del committente…perciò i “poco-ferrati-in-materia-sensoriale” (per non dire altro) sono proprio i signori della Lindt.

    L.

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