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Che sapore ha un Kandinsky?

shutterstock_89166634Siamo nell’era di Instagram. La gente passa la maggior parte del suo tempo col telefonino in mano e, per esprimere agli altri quanto sia felice e fortunato, fotografa le vacanze, i paesaggi ma, soprattutto, quello che mangia. In questa ossessione per le foto del cibo diventa fondamentale non tanto il sapore quanto l’impiattamento, l’eleganza e la golosità della presentazione che deve esaltare, quasi come una pubblicità, le texture e l’appetibilità. Quest’arte, però, si tradurrà in un sapore diverso?

Prendiamo una banale, banalissima insalata. Lattuga, funghi, legumi, salse, vari ed eventuali. Procedura casalinga: mondare, tagliare, e ammucchiare in un’antiestetica montagnola in cima al piatto. Appetibile? Forse per una capra.

Potremmo provare ad essere ordinati, maniacali, e tenere tutti gli ingredienti sul piatto per assaggiarli uno alla volta e lasciare allo stomaco il duro dovere di mescolare i sapori.

Oppure, potremmo prendere un quadro che ci piace, ad esempio di Kandinsky, disporre il cibo allo stesso modo, e poi provare a gustare, nel nostro piccolo, un’opera d’arte.

Il sapore, il percepito, sarà diverso o uguale?

C’è voluta la curiosità di alcuni ricercatori dell’Università di Oxford per sciogliere questo nodo. Hanno preso 60 volontari per assaggiare insalate presentate in modo tradizionale, o in modo ordinato, oppure disposte ad imitare con garbo il movimento del dipinto 201 di Kandinsky.

Non sorprenderà sapere che gli intervistati, su scala 0-9, abbiano valutato molto meglio l’opera d’arte culinaria. Sicuramente più gradevole alla vista, più complessa, sarebbero disposti a pagare molto di più per avere l’onore di assaggiarla. Curiosamente, valutando solo alla vista, non c’è grande differenza sulla valutazione del sapore atteso tra le tre opzioni.
È quando gli intervistati prendono in mano la forchetta che nascono le sorprese: l’insalata artistica, a parità di ingredienti e quantità, è stata valutata sensibilmente più saporita, più buona delle altre.
La dimostrazione che ormai il #foodporn è ormai un’arma potentissima, e che un ristoratore che voglia davvero stupire e distinguersi non possa più solo basarsi su ingredienti di qualità.

Fonte
Michel et al.: A taste of Kandinsky: assessing the influence of the artistic visual presentation of food on the dining experience. Flavour 2014 3:7.