Ricerche di mercato, tendenze sensoriali, nuovi metodi e analisi di prodotti
 

Vini da investimento: In Italia ci si dovrebbe prestare maggior attenzione

DSCN8582“Per mal che vada lo si può sempre bere”: lo ha detto Gianni Agnelli, con la lungimiranza che lo distingueva, parlando di vini da investimento. L’Italia non l’ha ascoltato e oggi si trova in questo campo a una distanza abissale dalla Francia, dove rappresentano un business degno di nota. Lo hanno messo in evidenza, con due tesi di laurea discusse al Dipartimento  di Economia e Management dell’Università di Brescia, Ida Bellini e Simone Mainfredi lo scorso 2 novembre.

Definire un vino da investimento non è facile, ma in linea generale, per essere considerato tale, deve essere longevo, avere caratteristiche sensoriali di valore ed essere prodotto in quantità limitate. In Italia ci sono molti vini che potrebbero essere considerati nella categoria, ma manca una politica, anche da parte dei produttori, per renderli preziosi e quindi degni dell’attenzione delle case d’aste, degli degli operatori finanziari e degli enofili. Eppure negli ultimi 10 anni il loro valore è aumentato di oltre il 20%: c’è stato qualcosa che ha reso di più?