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Inno alla inutilità

luigi-odelloQuando venni a contatto per la prima volta con le monodosi per preparare il caffè – credo fosse il 1990 o giù di lì – pensai che fossero inutili, che nessuno avrebbe mai abbandonato il rito della moka a casa solo per la praticità di schiacciare un pulsante e servirsi un caffè. Mi sbagliavo. Nei decenni che seguirono cialde e capsule crebbero a dismisura diventando un fenomeno sociale, in barba a tutti i predicatori dell’ecosostenibile.

Quindi può darsi che mi sbagli ancora oggi, quando leggendo di D-Vine ho avuto, come prima riflessione, l’idea dell’inutilità.
E’ questa una macchinetta che usa fiale per erogare un bicchiere di vino condizionato alla temperatura giusta. Cento millilitri di grandi vini che, a quanto abbiamo letto, sono ricondizionati in contenitori più piccoli adatti per l’attrezzatura, che pare abbia un prezzo di listino di soli 499 euro. Se ragiono da consumatore non vedo perché dovrei spendere una simile cifra per bermi il vino in fiale, da enofilo mi sentirei male a pensare che qualcuno possa privarmi del piacere di coccolare la mia bottiglia di Soldera – e di tanti altri – prima di aprirla,  da enologo non sono per nulla convinto che sia meglio la fiala perché non lascia prendere aria al vino fino al momento del consumo, semmai è il contrario.