Ricerche di mercato, tendenze sensoriali, nuovi metodi e analisi di prodotti
 

Etica sensoriale: rincarano la dose

shutterstock_56874430_optL’etica sensoriale è davvero un argomento da approfondire? Parrebbe di sì, perché il nostro post della settimana scorsa ha sollevato molti commenti. Ne riportiamo tre che ci sono giunti via mail, ben felici se altri vorranno intervenire, perché dalla sensorialità dipende, almeno in parte, la qualità della vita.
Gianfranco Soldera
La tua etica sensoriale centra il problema, “Il consumatore è nudo” alla mercé delle multinazionali che hanno media – soldi – lobby per convincerlo a comperare i loro prodotti (non vogliono che i consumatori abbiano cultura e conoscenza dei loro prodotti, ma solo che li comperino). Anche i piccoli purtroppo sono alla mercé dei commercianti e degli imbonitori che vendono fumo. Sarebbe importante che le associazioni dei consumatori fossero veramente indipendenti e facessero conoscenza e cultura dei prodotti.
Francesco Neri
Amici miei, copio, integralmente, questa riflessione di Luigi Odello che rispecchia un comune sentire di coloro che tutti i giorni sono in prima linea nel proporre le eccellenze del territorio difendendo da una parte il proprio lavoro, frutto di memoria e saperi antichi, dall’altra le specificità che se non esistessero non genererebbero quella economia dal basso che consente, nonostante tutto e nonostante tanti, di avere quella diversità e quella ricchezza che ancora oggi ci contraddistingue e ci consente di vivere e sperimentare per proporre quelle stesse eccellenze dei territori in cui ognuno di noi vive e lavora!
Giovanni Calvano
Mi permetto di aggiungere al tuo lucido commento che a oggi la scelta operata dal consumatore italiano – ma che credo si possa leggere a livello mondiale – del prodotto alimentare sta virando sempre più a senso unico verso la scelta dei preparati industriali, con un conseguente e inevitabile abbassamento del livello di qualità ritrovato poi nel prodotto; e non posso fare a meno di constatare anche un pericoloso livellimento e appiattimento verso il basso delle aspettative dei sapori e del gusto del prodotto alimentare. Il consumatore odierno sta costantemente perdendo ogni interesse verso una scelta consapevole e appagante del prodotto, c’è in atto un rovinoso e crescente annullamento delle nostre infinite potenzialità di riconoscimento dei sapori, degli odori e degli aromi, si utilizzano solo le 4 basiche sensazioni di dolce, amaro, acido e salato per distinguere e scegliere un prodotto da consumare. Credo che una speranza venga proprio da una preparazione culturale a una corretta alimentazione, rivalutando e riscoprendo le sensazioni e le infinite emozioni che le eccellenze – e non solo – dei nostri cibi e dei nostri vini possono regalare, un corretto percorso di riscoperta sensoriale che farebbe indubbiamente contro-sterzare verso la scelta dei piccoli produttori e degli artigiani del cibo e del vino. Quelli veri.