Nel 1813, ormai due secoli fa, il dotto latinista Gaetano Gargnani, membro dell’Accademia degli Unanimi, traduceva le opere latine di Giuseppe Milio Voltolina. La traduzione, si sa, non consente sempre di rendere alcune sfumature ricche di significato, di riproporre gli effetti fonici delle parole e della metrica, ma permette a un pubblico più ampio di recepire il messaggio principale dell’autore.
Infatti Riccardo Sessa in questo libro, De hortorum cultura e altre opere, propone la sua traduzione e i suoi commenti, in collaborazione con la casa editrice Liberedizioni, andando a raccontare in una nuova chiave il De hortorum cultura, il Miseto e l’Iside lavorando sul testo latino originale dell’edizione bresciana del 1574, custodito presso l’Ateneo di Salò; mentre per l’Hercules benacensis utilizza il volume stampato a Brescia nel 1575 da Vincenzo Sabbio.
Non mancano quindi curiosità e notizie di storia locale, che riguardano feste, tradizioni e famiglie del Cinquecento mentre arricchiscono questo volume sia la trascrizione del testo originale sia la ristampa inalterata dell’Opera.