
Non è mancato l’omaggio di deputati e membri del governo, ma quello che più importa è il valore delle ricerche presentate che spaziano lungo l’intera filiera di produzione del vino: influenze meteorologiche sulla qualità delle uve, microartropodi, enoteca del futuro, influenza della defogliazione, certificazione dell’origine mediante Dna, caratterizzazione chimica con approccio olistico, contenuto in polifenoli e nuovi metodi di analisi sensoriale.
Il primo premio ex-aequo è stato assegnato a Elena Piva dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e a Ginevra Marzucchi dell’Università di Siena, ma il vero vincitore è il vino, che ha visto così tanti giovani lavorare per alzare ulteriormente il livello dell’eccellenza in ambito enologico. E l’insieme fa sorgere una riflessione: se la metà delle aziende italiane dedicasse alla ricerca le risorse che profonde Soldera Case Basse, quali nuovi orizzonti si potrebbero schiudere per il nostro mondo?
Fotografia di Daniele Cavadini