
Fin dall’antichità i filosofi, come Aristotele 300 anni prima della nascita di Cristo, hanno affermato che l’acqua non ha sapore, ma in un tentativo di risolvere la questione, i ricercatori hanno cercato recettori del gusto per l’acqua sulla lingua dei topi. Ma la presenza di recettori è sufficiente per definire l’esistenza di un sapore? Pensiamo di no.
Già in passato abbiamo messo in dubbio che l’umami sia un sapore e ci siamo schierati apertamente a favore della tesi di considerare anche gli altri sapori non come singoli, ma come ampie famiglie nelle quali si collocano svariati analiti che portanno a una certa percezione.