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Perché anche tu dovresti diventare giudice sensoriale?

E perché mai dovrei diventare giudice sensoriale? Questo risponderebbe la maggioranza delle persone se gli venisse proposto di partecipare a un corso per diventarlo. Una parte di loro non saprebbe di cosa si tratti, la restante piccola parte, forse lo immaginerebbe.

Bella domanda, effettivamente. D’altronde, chi non fa, lavorativamente parlando, parte del mondo gastronomico, non sente il bisogno di avvicinarsi ai propri sensi più di quanto già non faccia da quando è nato. Un peccato però, è come avere dei superpoteri e non essere in grado di sfruttarli, o avere una tavolozza di colori e dipingere sempre con i soliti cinque. Eppure il mondo sarebbe infinitamente più intenso e interessante se fossimo pronti a percepirlo in toto, dalle sfumature cromatiche ai sapori, passando per gli aromi, reminescenze del passato.

Come in ogni cosa, però, ci vuole allenamento, ed è proprio questo ciò che impara a fare un giudice sensoriale, ad allenarsi sempre, in ogni momento della giornata, da solo o in compagnia, per arrivare a godere davvero di ciò che il gusto e l’olfatto, in primis, gli offrono. Una volta concluso il corso, il vino non saprà più solo di vino e il cioccolato non saprà più solo di cioccolato. E così, sempre meglio, ogni giorno che passa.