Siamo soliti pensare all’analisi sensoriale come finalizzata alla percezione degli alimenti e alle sensazioni che proviamo durante la degustazione di piatti complessi e strutturati. In realtà non è proprio così, perché l’analisi sensoriale abbraccia ogni singolo aspetto e della nostra vita quotidiana, dagli ambienti in cui viviamo, agli abiti che indossiamo. Ed è proprio su questo ultimo punto che si è focalizzato uno studio dell’Università di Lille, in Francia, che ha voluto studiare la percezione che hanno i consumatori nei confronti della moda ecosostenibile. La moda ecosostenibile, che nella denominazione stessa racchiude il suo significato etico di salvaguardia dell’ambiente nell’utilizzo di fibre tessili naturali non dannose e a minimo impatto, si sta diffondendo sempre di più nei negozi di tutto il mondo. Per tali ragioni diventa fondamentale per gli stilisti e i brand capire l’approccio che hanno i consumatori nei confronti di queste nuove tipologie di prodotti. Dato che la percezione del consumatore nei confronti della moda etica è piuttosto soggettiva, questo studio ha unito la valutazione sensoriale e al metodo della logica fuzzy per elaborare i dati.
Il risultato di questo studio è stato davvero soddisfacente, in quanto ha permesso di rilevare che i consumatori sono in grado di percepire la distinzione tra la moda ecosostenibile e quella convenzionale, e che soprattutto riescono a percepire il carattere “naturalistico” legato ad essa, nell’utilizzo di fibre naturali dall’elevato valore aggiunto.
Questo potere naturalistico si esprime soprattutto nella percezione tattile dei suoi tessuti, nel toccare e indossare essi.
Questo costituisce un importante passo per il mondo della moda, che s’integra sempre di più nella lotta contro l’inquinamento ambientale.