Ricerche di mercato, tendenze sensoriali, nuovi metodi e analisi di prodotti
 

Vertical farming e tecniche agricole tradizionali: la ricerca dei sapori

È sicuramente una sfida d’attualità tra gli scienziati quello della nutrizione del pianeta che – stando ai pronostici – entro il 2050 vedrà incrementare la sua popolazione di più di 2 miliardi di persone. Una delle risposte fornite dalla scienza a questo tema delicato è quello delle vertical farming, ormai diffuse in tutto il mondo. Questa tecnica di coltivazione agricola indoor permetterebbe, infatti, non solo di ridurre enormemente il suolo e l’acqua necessari per le produzioni (fino al 95% la prima e al 70% la seconda), ma consentirebbe – vista la possibilità di localizzazione delle “farm” in ambienti urbani – di poter usufruire di prodotti freschi e a km 0.

È recente la notizia che anche Barilla, con la collaborazione di Blu1977 e Zero si sia data alla sperimentazione del vertical, con l’ambizioso progetto di crescere basilico e ortaggi da inserire nelle proprie ricette dei sughi pronti. Proprio di basilico si è già occupato Kimbal Musk (fratello del noto fondatore di Tesla), il quale sostiene di aver ricreato all’interno dei container di Square Roots (la vertical farming da lui fondata) il clima ideale per la crescita del basilico genovese. “Dando alle piante esattamente ciò che vogliono, possiamo far sì che abbiano il sapore che vogliamo” recita un suo famoso slogan. I progetti di Musk si estendono poi fino al settore aerospaziale con obiettivi a dir poco temerari come, ad esempio, quello della coltivazione del suolo lunare. Ma quello che i più curiosi si staranno chiedendo adesso, è se realmente nella fredda e grigia New York sia possibile apprezzare il profumo del basilico ligure appena raccolto o se i nuovi sughi pronti Barilla presenteranno o meno differenze a livello organolettico rispetto ai precedenti tradizionali.

La verità è che al momento sono poche le pubblicazioni in ambito sensoriale sui risultati ottenuti dai panelisti. Restiamo dunque con la curiosità, in attesa che l’analisi sensoriale ci fornisca una risposta chiara e scientifica alle nostre domande.

Giulia Fornaciari