Ricerche di mercato, tendenze sensoriali, nuovi metodi e analisi di prodotti
 

Zucchero

Zucchero? Normale o di canna? Quante volte ci sentiamo porre questa domanda quando prendiamo un caffe?, che sia al bar, al ristorante oppure in un momento di ospitalita? da gente “che se ne intende”? Una domanda erronea che pone un poco a disagio chi sull’argomento sa qualcosa. Dei quasi 200 milioni di tonnellate di zucchero che si producono nel mondo, circa l’80% e? zucchero di canna, il restante 20% e? dato per la quasi totalita? da quello ottenuto dalla barbabietola in quanto l’acero, la palma da dattero e altri pochi vegetali saccariferi hanno una partecipazione marginale. Dunque, in termini statistici, lo zucchero “normale” e? quello di canna. L’equivoco nasce dalla considerazione di quello ambrato come zucchero di canna e di quello bianco di … non si sa che. Ma e? un problema che pare non si siano posti neppure gli esperti di marketing. Dobbiamo pero? porcelo noi sensorialisti, perche? lo zucchero finisce nella larga maggioranza dei 2,5 miliardi di tazze di caffe? che vengono consumate giornalmente nel mondo, in una quantita? incalcolabile di tisane, in tavolette di cioccolato di alta qualita? e in centinaia di altri prodotti che, per natura, possono subire variazioni sensoriali dovute allo zucchero. In parole povere, solo per semplificare, il produttore di un caffe? eccellente non ha solo la variabile di chi lo prepara al bar o in casa, ma anche del dolcificante che usa al momento del consumo.

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