Ricerche di mercato, tendenze sensoriali, nuovi metodi e analisi di prodotti
 

Cosa vuol dire un buon panel leader

E’ incredibile quanto incida l’esperienza, la competenza, la sensibilità del panel leader sulla buona riuscita di un test.
L’altro ieri dodici giudici, di esperienza di assaggio molto varia, si sono confrontati con cinque sessioni di test sulle grappe. 25 grappe da assaggiare alla cieca, 50 schede da compilare, 2400 variabili da misurare! Ma, dati alla mano, guardando le performance, tutti i giudici sono stati capaci di assaggiare con oggettività e affidabilità in quasi tutti i test: anche i nuovi arrivati.
Questo mi ha lasciato alquanto meravigliata, se ripenso a un altro test di qualche mese fa in cui metà dei giudici ha dovuto essere esclusa dall’elaborazione. In quel caso le grappe erano solo (!) una decina, le schede solo una ventina, le variabili da misurare solo un migliaio; e il livello di competenza dei giudici era lo stesso. Cosa è cambiato?
Ebbene… il panel leader. Cosa ci vuole per portare felicemente un gruppo al termine di una giornata di test? Competenza e chiarezza, per far capire veramente a tutti cosa devono misurare e con che spirito. Intelligenza e diplomazia, per portare le teste più varie a lavorare con gli stessi obiettivi. Sensibilità e comprensione, per capire i ritmi del gruppo e quando c’è bisogno di staccare con un’attività diversa. Capacità di interessare e motivare, perché analizzare con una scheda molto dettagliata è un lavoro duro per la mente, e per farlo bene ognuno può essere mosso solo dall’entusiasmo.
Ma attenzione: tutto questo senza influenzare. Perché il giudice, nel momento in cui è lasciato solo con la sua scheda, può usare solo la sua facoltà di giudizio: e se è invitato a ragionare fuori da ciò che crede, presto si disorienta. E’ bellissimo ciò che è emerso a questo proposito nella giornata sulle grappe. Due sono stati i tipi di scheda usata: una oggettiva, in cui occorreva misurare le sensazioni visive, gustativo-tattili e aromatiche, e una affettiva, in cui ognuno riportava il livello di emozione che gli comunicava il prodotto e la propria valutazione personale. Ebbene, nell’emozione ognuno è andato per conto proprio, dando sfogo senza freni al proprio giudizio; ma nella misurazione sensoriale, tutti d’accordo, ligi e coerenti.
Segno che il Panel Leader non ha ammazzato le singole personalità, ma è riuscito a far lavorare tutti, ognuno con la sua testa, con lo stesso obiettivo.

2 commenti

  1. Da molto tempo oramai ho conosciuto, non appreso perchè in questo caso il Prof. Odello avrebbe sicuramente da smentirmi, l’analisi sensoriale e devo dire che è sempre molto faticoso risucire a spiegare di cosa si tratti realmente; per assurdo è difficile dare la sensazione esatta di cosa sia l’analisi sensoriale, affermazione che racchiude in se stessa un senso di ovvio disagio.
    C’è una definizione che tengo per me perchè tanto risulterebbe comunque incomprensibile, che è: le sensazioni con i numeri.
    Certo avere la presenzione di analizzare le reazioni dei sensi umani attraverso criteri statistici pare una contraddizione.
    Nel sentire comune la statistica è quella fragatura dei due polli oppure i famigerati exit poll che non funzionano mai e pensare di analizzare le sensazioni che dà un prodotto con un metodo così fallibile sembra impossibile da far recepire a chiunque.
    Eppure si tratta di un modo di pensare filosoficamente eccellente, bisogna saper gestire le aspettative e gli impatti, trovare metodi di analisi soddisfacenti per chi poi darà un valore a ciò che percepiscee tutto questo regala risultati incredibili.
    Durante i miei corsi utilizzo un piccolo sistema di analisi del paesaggio oppure un metodo per la condivisione delle strategie di marketing, da me inventati ma che si basano su una piccola parte dei metodi usati per l’analisi sensoriale: ottengo interesse, divertimento ma sopratutto risultati.
    Penso che esista una vera e propria filosofia dell’analisi sensoriale che, se recepita, potrebbe dare il proprio piccolo grande contributo al miglioramento del mondo! Esagerato? Forse, voi cosa ne pensate?

  2. Caro Ricca, le sue considerazioni mi fanno riflettere proprio sulle basi non dette del mio lavoro quotidiano, quelle che si dà sempre per scontate. I dubbi che Lei pone, più che sul fatto di esplorare le sensazioni, mi sembrano vertere sulla statistica.
    Io che di formazione base proprio statistica non sono, sono enormemente affascinata da questo strumento eccezionale, se non altro per la possibilità che dà di sezionare la realtà, rivoltarla, fare ipotesi che altrimenti resterebbero puro esercizio mentale della filosofia. Per fortuna al Centro Studi abbiamo trovato il modo di far dire ai risultati non solo quanto pollo c’è disponibile per ciascuno, ma anche se tutti ne mangiano uguale o no e quanto; e a differenza dei telegiornali che comunicano gli exit poll, i nostri programmi di elaborazione ci dicono anche che probabilità c’è che quei risultati non si verifichino.
    Insomma, tutta l’informazione è utile a patto che si faccia caso a due cose:
    1. decidere bene cosa è importante indagare;
    2. tenere conto, quando si leggono i dati, di quel che realmente significano, e non prenderli come la Bibbia.
    Per questo credo che abbia ragione lei, quando dice che “bisogna trovare metodi di analisi soddisfacenti per chi poi darà un valore a ciò che percepisce”. Quando abbiamo varato una sperimentazione sull’emozione dell’assaggio, i primissimi dati davano risultati in apparenza sconfortanti: sembravano dire che, alla fine, ognuno percepisce un prodotto a modo suo. Invece poi, considerando quanto è particolare, soggettiva e variabile l’emozione (e la valutazione), siamo riusciti a leggere quei dati in modo da restituire con buona approssimazione il massimo comun denominatore dell’esperienza che ognuno ha dello stesso prodotto. Adesso questo metodo sta dando risultati sorprendenti.
    Perciò ben vengano i nuovi metodi. Anche noi stiamo conducendo un progetto di analisi sensoriale ambientale (in questo caso di ambienti al chiuso) e sono apertissima a scambiare qualche idea con Lei a questo proposito.

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