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Scoperto un fenomeno: identifica correttamente 997 vini Doc

Due giorni di lavoro, un sommelier che gli serviva il vino rigorosamente anonimo, un altro che gli portava via il bicchiere usato. Nessun altro nella stanza tranquilla che il nostro protagonista ha voluto protetta dalla luce del sole, lavorando nella penombra che meglio aiuta la concentrazione. La sfida che gli è stata proposta: identificare 1.000 vini attribuendo a tutti la denominazione di origine. La sfida che si è posto da solo: superare un noto recensore nel numero di assaggi giornalieri, con la differenza che il guidaiolo si poneva l’obiettivo di dare un punteggio conoscendo il nome del vino e il produttore, mentre lui doveva scrivere su un foglio di carta la denominazione e, se presente, anche la specificazione (per esempio “riserva”). La seconda sfida l’ha vinta: in due giorni ha assaggiato 1000 vini. Ma secondo noi ha vinto anche la prima: ha identificato correttamente 997 vini senza neppure lasciarsi ingannare dalle cinque repliche che erano state inserite all’interno delle interminabili serie. Ha sbagliato, e di questo si rammarica molto, l’Albugnano, il Bagnoli di Sopra e il Faro. Ma di quest’ultimo non si è certi dell’errore, perché era il 477° del secondo giorno e ai certificatori della prova è parso che fosse scritto Fara.

Questo è quello che vorremmo riuscire a scrivere un giorno su un post, ma la realtà di oggi è ben diversa. A 24 giudici (sommelier di lungo corso, assaggiatori ed enologi) è stato chiesto di dire che vino era un Sangiovese di Romagna. Ben quattro lo hanno identificato come Merlot, tre come Cabernet e tre come Pinot nero, ma non è mancato chi ci ha visto un Lagrein, un Refosco e persino un Groppello. Tralasciamo gli altri per brevità, diciamo che solo tre hanno affermato che era un Sangiovese. Del vino è stata dichiarata la denominazione, ed è stato riproposto il giorno dopo. La situazione è peggiorata: solo due le risposte corrette. E’ stato quindi riproposto una terza volta e per fortuna tre degustatori hanno detto che era Sangiovese.

E’ solo una delle tante sperimentazioni sensoriali che stiamo conducendo per smontare leggende metropolitane che vogliono creare miti e folle di appassionati del vino che li rincorrono ammirati. Stanno emergendo dei dati molto interessanti sul perché è così difficile memorizzare un vino come si fa con il volto di una persona, ma noi non smetteremo di cercare il fenomeno capace di identificare 997 vini su 1.000. Quindi chi si sente pronto alla sfida si faccia avanti, lo testeremo volentieri, ma mi sa che la soddisfazione la troveremo solamente in quanto avanza nelle bottiglie che apriremo per lui.

3 commenti

  1. Pungente come sempre … Forse non siamo riusciti a riconoscere un sangiovese di Romagna ma io non credo ai fenomeni, ne ho visti pochi, molti pochi, chi si prepara per queste prove lo fa come un atleta si prepara alle olimpiadi, e come sopra sono pochi quelli che riescono nei record, non a caso li ricordiamo per nome e non come un numero. Può sembrare una giustificazione (forse un po’ lo è) ma ti assicuro che l’impegno che abbiamo messo è stato veramente molto. Allora una sfida la lancio io: invitaci anche l’anno prossimo e noi iniziamo oggi la preparazione “atletica” sul riconoscimento.

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