Ricerche di mercato, tendenze sensoriali, nuovi metodi e analisi di prodotti
 

Andare a vendere il vino in Russia con analisi sensoriale

20150330105104395_0001

Avere un buon interprete russo non basta per vendere il vino in Russia, come non basta tradurre in russo le nostre etichette e le descrizioni su cataloghi e siti web. Quel popolo, che nell’immaginario mondiale è dedito alla vodka, in realtà ha un grande amore per il vino e una straordinaria capacità di descriverlo e di trarre da esso evocazioni di sublime romanticismo. E’ quanto ha messo in evidenza Stefania Cecchini nella sua tesi discussa all’Università di Udine il 24 marzo.
Stefania, Narratore del gusto,  è andata in giro per enoteche russe organizzando serate di degustazione in cui ha proposto famosi vini italiani (dall’Asti al Barolo) con una scheda a descrizione libera. Poi ha raccolto diligentemente i dati in matrici e, con la supervisione della professoressa Rosanna Giaquinta, nota russologa, ha tradotto i termini in italiano per organizzarli, infine, in mappe sensoriali.  Ne è emerso un quadro sorprendente dal quale si evince che se parliamo del nostro vino ai russi come agli italiani rischiamo di non essere compresi.
La tesi conferma inoltre l’efficacia delle tecniche di analisi sensoriale utilizzate quale forma innovativa di trasferimento della cultura del prodotto: raccontarlo sulla base di quanto viene percepito risulta di gran lunga più efficace dei monologhi propri delle degustazioni tradizionali.