Ricerche di mercato, tendenze sensoriali, nuovi metodi e analisi di prodotti
 

Gusti digitali: no, per favore

146091387_ceb4c888e3_oUn elettrodo d’argento aggrappato alla lingua e un computer che trasmette i sapori: ecco quanto hanno messo a punto i ricercatori dell’università di Singapore. Di primo acchito la notizia ci ha lasciati basiti. La mente è subito corsa a locali in cui invece di farti un buon bicchiere di vino ti attacchi un elettrodo (naturalmente accuratamente sterilizzato) alla lingua e questo ti invade di una sinfonia generata dai quattro sapori fondamentali: dolce, acido, salato e amaro.
Pur comprendendo che la cosa possa essere utile per diabetici e affetti da altre sindromi, non riusciamo a conciliare l’idea con la nostra filosofia. Se si va avanti di questo passo tutto diventerà virtuale, dal sesso al cibo, e noi diventeremo sempre più poveri.

Tra le app dello smartphone troveremo il modo di farci un  calice di Barolo mentre siamo in treno o stiamo guidando e, in compagnia, non si discuterà più sul trifoglio lodigiano di secondo taglio che sento io e tu no, ma semplicemente ognuno starà attaccato al suo congegno elettronico, in religioso silenzio e in paziente attesa che giunga il giorno in cui il suo cervello non riceverà più impulsi.