Ricerche di mercato, tendenze sensoriali, nuovi metodi e analisi di prodotti
 

Il pane demonizzato? Forse Bonci sbaglia

Gabriele Bonci, conduttore di Pizza Hero, la sfida dei forni su Nove, ha rilasciato un’intervista a Blogo nella quale afferma che il pane è demonizzato e lo dimostrano i consumi  che negli ultimi 15 anni sono calati da 500 grammi a persona a 40 grammi. Dall’intervista parrebbe che la colpa sia delle diete, ma noi la pensiamo diversamente, convinti che gli umani non sappiano resistere al “buono”, ma siano capaci di rifiutare, seppure in modo silente, il “cattivo”.

La protesta dei consumatori nei confronti di qualcosa carente sotto il profilo edonistico è molto semplice: non comprano. E il pane, a nostro parere, è tra i pochi prodotti che hanno registrato una caduta sensoriale verticale. Non occorre essere degli intenditori, sapere valutare l’alveolatura, la tessitura, i prodotti aromatici della reazione di Maillard o la facilità di disperdersi nella saliva durante la masticazione, basta pensare che una volta i contadini andavano al forno una volta la settimana e il pane reggeva la prova sensoriale per sette giorni, mentre oggi si fa difficoltà a mangiare alla sera quello che si è comprato la mattina.
Un grande industriale italiano usava dire: “fate prodotti buoni, e la gente li compra”. Ecco, vorremmo dire ai panettieri: “dateci nuovamente il nostro buon pane e noi lo mangeremo”. Questo significa tornare alle origini: farina di qualità, lievitazioni lunghe con lievito madre e senza lievito chimico e altri additivi, cotture lente. Cose sacrificate sull’altare della marginalità economica. E noi non mangiamo più pane. Eppure da una statistica di qualche anno fa si rileva che l’aroma del pane era il più amato dagli italiani. Ma quale aroma, oggi?