Ricerche di mercato, tendenze sensoriali, nuovi metodi e analisi di prodotti
 

Un contributo da Giovanni Calvano, ambasciatore dell’eccellenza italiana all’estero

Riguardo l’articolo Tecniche di analisi sensoriale a supporto del controllo di processo, restando sull’esempio del vino, mi trovo assolutamente d’accordo sul concetto che certi profumi, essenze, aromi sono riscontrabili solamente dai nostri recettori olfattivi e gustativi, suscitando ricordi ed esperienze sensoriali, generando apprezzamenti così come critiche dovute ad ossidazioni, ammuffimenti, difetti.
Il valore aggiunto dell’uomo credo si puó anche estendere a tutto il processo produttivo del vino: la scelta del terreno giusto, dei vitigni, delle potature, quando vendemmiare, le scelte di maturazione ed invecchiamento.
È il legame imprescindibile di quello che in Francia identificano come terroir, ovvero il connubio tra il clima, la terra ed il lavoro dell’uomo, laddove i macchinari e le tecnologie restano in disparte ed entrano in gioco solo e quando l’uva, la terra o l’uomo lo vorranno.
Quello che poi ritroveremo quindi nel bicchiere non sarà solamente un succo di uva fermentato, ma il risultato dell’alleanza secolare dell’uomo con la natura. Se la rispettiamo, se saremo pazienti e le concederemo i suoi tempi, la natura ci ritrasmetterà tutte le sue meravigliose sfumature, aromi, colori e profumi contenuti in quel bicchiere di vino, e che soltanto un’attenta e corretta analisi sensoriale ci permetterà di apprezzare fino in fondo, esaltandone la forza e la impetuosità ma anche e soprattutto i dettagli e le sfumature altrimenti anonimi.