Ricerche di mercato, tendenze sensoriali, nuovi metodi e analisi di prodotti
 

L’aroma del Kiwi Italiano

Chi lo avrebbe mai detto che l’Italia sarebbe diventata ambasciatrice mondiale di un frutto esotico… eppure anche questo è accaduto nel nostro Bel Paese.
Protagonista di questa storia non è nient’altro che il Kiwi (Actinidia Chinensis), frutto arrivato dalla Nuova Zelanda negli anni ’70 e diffusosi ben presto in numerose zone d’Italia, tra le quali Emilia Romagna, Lazio, Piemonte e Veneto.
Ciò che gli italiani hanno amato fin da subito di questo frutto, sono state le sue caratteristiche organolettiche combinate a un importante apporto nutrizionale di Vitamina C: una polpa dolce, ricca di esteri e sali minerali lo rende gradevole in qualsiasi occasione d’uso e momento della giornata.
In realtà, però, ci sono diverse cultivar di Kiwi presenti sul territorio nazionale le quali differiscono non soltanto per le dimensioni della pianta e del frutto, ma anche per la colorazione della polpa (verde o gialla) e per le loro caratteristiche sensoriali. A creare uno screening delle principali varietà a polpa gialla (Dorì, G3, Jintao e Soreli) e a polpa verde (Hayward e Estate) presenti in Italia, è stato uno studio di un team di ricercatori delle Università di Avellino e Caserta, i quali hanno condotto analisi statistiche sui composti volatili, di qualità e sensoriali, per l’identificazione di biomarcatori di diverse cultivar di kiwi. L’analisi delle componenti principali ha mostrato che per tutti e sei i campioni è stata raggiunta un’ottima discriminazione basata sulla cultivar. In particolare, il 2-pentilfurano può essere usato per distinguere le cultivar di kiwi a polpa verde e gialla, mentre sette volatili possono essere identificati come biomarcatori di Dorì. Questi risultati hanno trovato accordo con l’analisi sensoriale, che ha rivelato che la Dorì, la cultivar più ricca degli esteri, ha mostrato valori molto alti sia nel sentore olfattivo di frutta matura, sia in quello gustativo di dolce. Complessivamente, questi risultati potrebbero offrire raccomandazioni per futuri sforzi di riproduzione per la produzione di cultivar di kiwi con una migliore qualità nutrizionale e aromatica.