Bottega apre a Birmingham il Prosecco Bar rievocando il bacaro veneziano
Il 25 novembre 2015 si è tenuta a Birmingham, in Inghilterra, l’apertura commerciale di un Bottega Prosecco Bar, presso il nuovissimo Resorts World Birmingham, realizzato dal gruppo malese Genting. L’obiettivo dichiarato dell’azienda trevigiana, socia dei Narratori del gusto e che vanta una consolidata presenza dei propri prodotti nel Regno Unito, è di contribuire a diffondere anche al di fuori di Londra la cultura enogastronomica italiana.
“Prosecco Bar” è un concept ideato da Bottega con la finalità di esaltare le eccellenze del nostro paese e gratificare il palato del consumatore tipo. Nello specifico viene riproposta la filosofia del bacaro veneziano, ovvero di un’osteria informale, dove i cibi vengono presentati sia come “cicheti”, ovvero stuzzichini da consumare al bancone, sia come piatti più strutturati da servire ai tavoli.
Olio novello: i Narratori del gusto lo raccontano
I corsi di Chocolier assaggiatore da Guido Gobino e da Domori
Sono stati Guido Gobino e Domori, soci fondatori dell’Iic a organizzare i primi due corsi.
Il primo nella sua sede di Torino, nel fantastico spazio attrezzato per lo scopo, in cui è stato ricavata anche un’area per le cabine di analisi sensoriale e un laboratorio per la ricerca sul cioccolato.Domori ha scelto invece una cornice gentilizia, il Castello dei Nove Merli di Piossasco (TO).
I primi a sedersi ai tavoli per diventare Chocolier assaggiatori sono stati giornalisti, personaggi del mondo della finanza, ristoratori, pasticceri, assicuratori della qualità, buyer della gdo e grandi appassionati. Quarantacinque in tutto i partecipanti, non potendone accogliere di più. Presto quindi saranno banditi nuovi corsi in diverse luoghi d’Italia, in modo da soddisfare tutte le attese e le esigenze.
Il cioccolato conferma ancora una volta di essere una merceologia con un’attrazione davvero speciale,quasi magnetica, in grado di catturare l’attenzione di centinaia di persone di categorie diverse ma che vogliono capire, scoprire con entusiasmo e golosità il mondo del cacao.
Quanti vi fanno vedere il vino dalla parte delle radici?
Davvero pochi, ma Gianfranco Soldera è uno di questi.
Sicuramente ama fare il provocatore ed è – tanto per non smentirsi nelle sue contraddizioni – un innovatore saldamente legato alle tradizioni. Innovatore nell’ambito della costante ricerca di comprendere la natura (viti monitorate con droni, terreni indagati con le più moderne tecniche, vitigni mappati con la genetica, fermentazioni osservate con l’aiuto della fisica e della biologia), ma tradizionalista nelle pratiche che portano alla creazione dei vini (viti zappate a mano, selezione meccanica e manuale degli acini, fermentati poi senza alcuna pigiatura).
Se tutti facessero come lui, per lui non ci sarebbe posto a questo mondo, perché nessuno riuscirebbe più a vendere le bottiglie a centinaia di euro l’una come fa Soldera. Assertore che l’innovazione debba essere fatta anche e soprattutto nella comunicazione per elevare la qualità attesa e percepita, la scorsa settimana ha varato i Soldera brand ambassador con un corso realizzato secondo la didattica dei Narratori del gusto.
Venti opinion maker del mondo enologico (sommelier, blogger, giornalisti, cuochi e manager) hanno vissuto per quattro giorni a Case Basse in Montalcino, immersi nella quiete dei vigneti, per imparare le nuove tecniche per comunicare il vino basate sull’analisi sensoriale. Non più bicchieri roteati dal guru di turno, ma guide attente che operano con i concetti del più puro costruttivismo per spiegare il vino e il suo territorio in base a quanto percepiscono i partecipanti a una degustazione. Tecniche a volte rapide, attuabili anche in enoteca o al ristorante, e altre più consistenti che permettono di tenere un’aula per una giornata intera senza mai perdere il tono intrigante e giocoso.
Una spina nel fianco degli scolarizzati del gusto? No, una nuova finestra verso l’evoluzione per quanti si dedicano al vino per professione o per passione.
A Roma il master: cultura della alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche
Sono aperte le iscrizioni per il master di primo livello cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche che si terrà presso l’università di Tor Vergata a Roma a partire da marzo 2016. 468 ore di formazione che abbracciano la nostra cultura enogastronomica, dalle scienze dell’alimentazione, al management per il turismo corredate anche da uno stage formativo o attività di project working in un percorso a 360 gradi.
34 nuovi Brand teller a Ferrara
Ferrara e i Narratori del gusto ancora una volta hanno formato un’inossidabile unione e lo dimostra l’ultimo corso di Brand teller che si è tenuto il 29 ottobre e che ha avuto un grande successo. Erano in 34, tra guide, ristoratori, operatori turistici e sommelier che, nella magnifica cornice del castello estense di Ferrara, hanno appreso alcune tecniche dei Narratori del gusto per parlare delle eccellenze del territorio (le 17 perle di Ferrara) in modo coinvolgente.
Vini da investimento: In Italia ci si dovrebbe prestare maggior attenzione
“Per mal che vada lo si può sempre bere”: lo ha detto Gianni Agnelli, con la lungimiranza che lo distingueva, parlando di vini da investimento. L’Italia non l’ha ascoltato e oggi si trova in questo campo a una distanza abissale dalla Francia, dove rappresentano un business degno di nota. Lo hanno messo in evidenza, con due tesi di laurea discusse al Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Brescia, Ida Bellini e Simone Mainfredi lo scorso 2 novembre.
Definire un vino da investimento non è facile, ma in linea generale, per essere considerato tale, deve essere longevo, avere caratteristiche sensoriali di valore ed essere prodotto in quantità limitate. In Italia ci sono molti vini che potrebbero essere considerati nella categoria, ma manca una politica, anche da parte dei produttori, per renderli preziosi e quindi degni dell’attenzione delle case d’aste, degli degli operatori finanziari e degli enofili. Eppure negli ultimi 10 anni il loro valore è aumentato di oltre il 20%: c’è stato qualcosa che ha reso di più?
I RistoArt: esperienza sensoriale
Quando arriviamo in un qualsiasi ristorante, dislocato in una qualsiasi parte del mondo e ci sediamo a tavola, iniziamo immediatamente un’esperienza sensoriale. Veniamo invasi dai profumi della cucina e dei piatti degli altri commensali, distendiamo l’udito al chiacchierio della gente circostante e al piacevole tintinnio delle posate nel piatto, ci rilassiamo con la morbidezza al tatto delle tovaglie e delle sedute.
I riti del bere premiati a Host
La settimana scorsa vi abbiamo lasciato con un quesito, chi ha vinto i riti del bere a Host? Le tre proposte arrivate alla finalissima che si è tenuta lunedi’ 26 ottobre sono state narrate dai tre finalisti, Daniele Salvatori, Lisa Fontana e Loris Tonelli, ai visitatori della fiera che si è tenuta a Milano.