
Gianfranco Soldera
La tua etica sensoriale centra il problema, “Il consumatore è nudo” alla mercé delle multinazionali che hanno media – soldi – lobby per convincerlo a comperare i loro prodotti (non vogliono che i consumatori abbiano cultura e conoscenza dei loro prodotti, ma solo che li comperino). Anche i piccoli purtroppo sono alla mercé dei commercianti e degli imbonitori che vendono fumo. Sarebbe importante che le associazioni dei consumatori fossero veramente indipendenti e facessero conoscenza e cultura dei prodotti.
La tua etica sensoriale centra il problema, “Il consumatore è nudo” alla mercé delle multinazionali che hanno media – soldi – lobby per convincerlo a comperare i loro prodotti (non vogliono che i consumatori abbiano cultura e conoscenza dei loro prodotti, ma solo che li comperino). Anche i piccoli purtroppo sono alla mercé dei commercianti e degli imbonitori che vendono fumo. Sarebbe importante che le associazioni dei consumatori fossero veramente indipendenti e facessero conoscenza e cultura dei prodotti.
Francesco Neri
Amici miei, copio, integralmente, questa riflessione di Luigi Odello che rispecchia un comune sentire di coloro che tutti i giorni sono in prima linea nel proporre le eccellenze del territorio difendendo da una parte il proprio lavoro, frutto di memoria e saperi antichi, dall’altra le specificità che se non esistessero non genererebbero quella economia dal basso che consente, nonostante tutto e nonostante tanti, di avere quella diversità e quella ricchezza che ancora oggi ci contraddistingue e ci consente di vivere e sperimentare per proporre quelle stesse eccellenze dei territori in cui ognuno di noi vive e lavora!
Giovanni Calvano
Mi permetto di aggiungere al tuo lucido commento che a oggi la scelta operata dal consumatore italiano – ma che credo si possa leggere a livello mondiale – del prodotto alimentare sta virando sempre più a senso unico verso la scelta dei preparati industriali, con un conseguente e inevitabile abbassamento del livello di qualità ritrovato poi nel prodotto; e non posso fare a meno di constatare anche un pericoloso livellimento e appiattimento verso il basso delle aspettative dei sapori e del gusto del prodotto alimentare. Il consumatore odierno sta costantemente perdendo ogni interesse verso una scelta consapevole e appagante del prodotto, c’è in atto un rovinoso e crescente annullamento delle nostre infinite potenzialità di riconoscimento dei sapori, degli odori e degli aromi, si utilizzano solo le 4 basiche sensazioni di dolce, amaro, acido e salato per distinguere e scegliere un prodotto da consumare. Credo che una speranza venga proprio da una preparazione culturale a una corretta alimentazione, rivalutando e riscoprendo le sensazioni e le infinite emozioni che le eccellenze – e non solo – dei nostri cibi e dei nostri vini possono regalare, un corretto percorso di riscoperta sensoriale che farebbe indubbiamente contro-sterzare verso la scelta dei piccoli produttori e degli artigiani del cibo e del vino. Quelli veri.