Qualcuno sì, ma sono pochi. Di certo i partecipanti al corso di panel leader che si è tenuto a Milano la scorsa settimana ci sono vicini, perché hanno imparato a dare la risposta giusta a una domanda di sensoriale, a redigere un disegno sperimentale, a guidare un gruppo di valutazione, a ricavare, elaborare e interpretare i dati. E non sono stati passivi a sentire come si fa, l’hanno fatto. Fin dal primo giorno in tre, a turno, guidati da un sensorialista, hanno fatto l’intero percorso utilizzando i colleghi come panel. Tecnologi, esperti di assicurazione qualità, direttori R&D e comunicatori di vaglia, hanno così aggiunto una specializzazione al loro profilo professionale. Una specializzazione che vale, perché nelle aziende del food la domanda di valutazione sensoriale oggettiva è sempre maggiore. D’altronde, in un sistema in cui la qualità igienica e nutrizionale è ben regolamentata, il differenziale tra due prodotti si fa attraverso il piacere che sanno offrire all’utente finale.