
Avete mai accostato la figura del gelatiere a quella di uno scultore, un pittore, un musicista, uno scrittore? A una lettura superficiale il processo di ideazione di un gelato sembrerebbe avere poco a che fare con un’opera d’arte, invece la maestria nel creare un nuovo aroma di gelato è paragonabile a quella di un quadro o alla scrittura di un libro, servono passione, creatività e rigore scientifico. Il workshop dei Narratori del Gusto, tenuto da parte della Vicepresidente Monica Panzeri a una platea di quasi un centinaio di Artisti del Gelato durante il meeting organizzato da Agrimontana, è servito a far capire quali siano i meccanismi mentali che ogni gelatiere mette in atto al momento dell’assaggio di un prodotto, grazie alla lettura data dall’analisi transazionale che basa la personalità di ogni individuo sulle tre figure dell’Io Genitore, Io Adulto e Io Bambino.
Quindi un gelatiere deve tornare un po’ bambino quando assaggia un nuovo prodotto? Non solo, un buon assaggiatore è colui che, nel lavoro come nella vita, sa equilibrare queste tre figure, usando la creatività e la libertà proprie dell’Io Bambino bilanciandole con la razionalità tipica dell’Io Adulto e la capacità di osservazione delle procedure e delle norme data dall’Io Genitore.
Questi elementi sono scaturiti durante l’attività della Sensory Box. Ogni Artista del Gelato è stato chiamato ad annusare 20 standard olfattivi e abbinarne ognuno al nome di un aroma. Alcuni hanno sperimentato come i propri schemi agevolassero o meno l’engramma necessario per dare la giusta definizione al profumo che stavano percependo.