Sensory News

Ricerche di mercato, tendenze sensoriali, nuovi metodi e analisi di prodotti
 

Qualivita celebra 25 anni a supporto delle Indicazioni Geografiche e dei Consorzi di Tutela italiani

Riprendiamo volentieri la comunicazione della Fondazione Qualivita.

Il 2025 segna un importante traguardo per la Fondazione Qualivita, che celebra 25 anni di impegno nella promozione e tutela dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli DOP e IGP, simboli di eccellenza della tradizione italiana ed europea.

Le origini di un viaggio lungo 25 anni

A partire dal 2000 Qualivita ha intrapreso un percorso ricco di progetti e iniziative per sostenere la crescita delle Indicazioni Geografiche (IG) e i Consorzi di Tutela. Tra le tappe più significative si ricordano le manifestazioni del 2000 e del 2002, che portarono alla creazione del primo Osservatorio sulle DOP e IGP nel 2003, e l’organizzazione, a partire dal 2004, dei Forum Europei sulla Qualità Alimentare, un innovativo modello di networking tra gli attori internazionali del settore. Nel 2007 nasce il primo Atlante Qualivita, strumento di divulgazione delle DOP IGP diventato poi, con il supporto di Treccani, un’opera enciclopedica che ha contribuito a valorizzare l’agroalimentare di qualità come patrimonio culturale nazionale. Dal 2008, la Fondazione ha avviato collaborazioni con importanti player globali, come McDonald’s ed Eataly, per promuovere le DOP e le IGP, mentre dal 2011, in sinergia con Ismea, ha ampliato l’Osservatorio rafforzando l’analisi socio-economica delle Indicazioni Geografiche. Tra i momenti più significativi di questo viaggio spiccano l’incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel 2020 e, nel 2024, l’adozione da parte del Governo Italiano dell’Atlante Qualivita-Treccani come strumento di rappresentanza per le delegazioni del G7 di Bari e del G7 Agricoltura di Ortigia. Questo traguardo ha rilanciato a livello globale lo sviluppo delle IG, promuovendo al contempo la cooperazione internazionale.

Guardando al futuro, la Fondazione intende proseguire il proprio percorso con il progetto Qualivita 2030. Sostenuto da soci fondatori di prestigio – Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Origin Italia, CSQA e RINA Agrifood – l’iniziativa punta a potenziare la divulgazione scientifica e a promuovere sinergie tra comunità accademiche, filiere produttive, Consorzi di Tutela e istituzioni internazionali come la FAO. L’obiettivo è affrontare in modo strutturato le grandi sfide contemporanee del settore agroalimentare, contribuendo al suo sviluppo sostenibile.

Un programma di eventi tra cultura e territorio

Le celebrazioni del 25° anniversario prenderanno il via a Siena con il Qualivita Festival, intitolato Il gusto della cultura e la cultura del gusto. Il festival proporrà, da febbraio a maggio 2025, una serie di incontri aperti al pubblico con importanti figure della cultura e della scienza. L’evento inaugurale, il 7 febbraio, vedrà protagonista il filosofo Umberto Galimberti, seguito da personalità come l’economista Stefano Bartolini, il giornalista Patrizio Roversi, lo storico Duccio Balestracci, lo chef Massimo Bottura, il ministro Francesco Lollobrigida, il manager Luigi Lovaglio e il direttore di Treccani Massimo Bray. Il ciclo si concluderà il 13 maggio con lo psicoanalista Massimo Recalcati. Tra le altre iniziative del 2025 anche l’edizione speciale Atlante Qualivita 25° anniversario in collaborazione con Treccani e l’istituzione del Premio nazionale Qualivita, un riconoscimento dedicato a personalità che hanno contribuito in modo significativo alla crescita della “Dop economy” attraverso collaborazioni con i Consorzi di Tutela DOP e IGP italiani.

Un forum europeo per il futuro delle Indicazioni Geografiche

A chiusura delle celebrazioni, Siena ospiterà nel dicembre 2025 il VII Forum europeo sulla qualità alimentare. L’evento vedrà la partecipazione del Commissario europeo all’agricoltura Christophe Hansen e di rappresentanti delle principali istituzioni europee e nazionali. Sarà un’occasione cruciale per discutere il futuro delle Indicazioni Geografiche alla luce della riforma delle IG e delle nuove sfide globali del settore agroalimentare. Le informazioni e il programma completo delle celebrazioni dei 25 anni di Qualivita sono disponibili al link https://www.qualivita.it/25-anni-qualivita/

DICHIARAZIONI

Cesare Mazzetti – Presidente Fondazione Qualivita

“Le celebrazioni per i 25 anni della Fondazione Qualivita rappresentano un tributo non solo al successo di un progetto che ha contribuito a rendere le Indicazioni Geografiche italiane un modello di eccellenza a livello internazionale, ma anche alla comunità e alle istituzioni che hanno sostenuto la sua crescita. Un ringraziamento speciale va agli attuali soci fondatori e al mondo dei Consorzi di Tutela, che da sempre supportano con dedizione le attività della Fondazione”.

Paolo De Castro – Presidente Comitato Scientifico Fondazione Qualivita

“Nei suoi 25 anni di attività, Qualivita ha costantemente sostenuto la politica UE per la qualità agroalimentare, affermandosi come un punto di riferimento per il settore. Durante i miei ruoli istituzionali europei e nazionali, ho sempre guardato alla Fondazione come un grande promotore delle politiche a sostegno della qualità, riconoscendola come uno strumento unico e indispensabile per promuovere la crescita e l’evoluzione del settore agroalimentare di qualità e dei suoi territori. Grazie al suo impegno, la Fondazione ha supportato in particolare il settore delle IG nell’affrontare le grandi sfide internazionali, contribuendo in modo concreto al suo sviluppo e alla sua affermazione nel mondo”.

Cesare Baldrighi – Presidente Origin Italia

“Nata da una visione illuminata di pochi, in un periodo in cui le Indicazioni Geografiche erano pressoché sconosciute, Qualivita ha seguito passo dopo passo la crescita di questo settore, supportando gli oltre 300 Consorzi di Tutela con ricerche, studi e una costante opera formativa e divulgativa. Oggi la Dop economy – altra espressione che deve a Qualivita la propria nascita – rappresenta per alcuni Paesi, Italia in testa, una parte irrinunciabile del bilancio economico agroalimentare, con ripercussioni positive su altri settori quali il turismo e l’ambiente”.

Percorsi di narrazione

Sull’onda del successo dello scorso anno che ha portato i Narratori del gusto a qualificare ben 27 Leader distribuiti un po’ in tutta Italia, l’associazione della comunicazione innovativa lancia un’altra serie di corsi per consentire agli associati di procedere verso i livelli più alti della formazione. L’11, 12 e 13 febbraio, ospiti del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena, si terranno:

  • martedì 11 febbraio: corso Leader;
  • mercoledì 12 febbraio: corso di Brand Teller, base delle tecniche dei Narratori del gusto;
  • giovedì 13 febbraio: corso di Brand Ambassador 3° giorno.

Ricordiamo che il 4 febbraio, all’Università di Parma, si terrà il corso di piscofisiologia della percezione, necessario per ottenere la qualifica di Brand Ambassador, tappa obbligata per chi desidera diventare Trainer e poi Docente.

Locandine e schede di iscrizione sono scaricabili tramite questi link:

Le scienze sensoriali oltre il food

Forse per il fatto che quando si valuta sensorialmente un cibo o una bevanda sono attivati almeno quattro dei cinque canali di comunicazione disponibili per gli umani, le scienze sensoriali si sono sviluppate in questo ambito e, mai come oggi, hanno registrato un così forte incremento nell’applicazione. Ma da qualche tempo stanno uscendo dal food per essere applicate al macro ambiente per scopi turistici o architettonici e al micro ambiente come punti vendita, bar e ristoranti. Parallelamente il design sta permeando le scienze sensoriali per portare un’ondata di novità nella visualizzazione e comunicazione dei risultati dei test. E’ un quest’ottica che lo scorso 10 gennaio, voluto dal prof. Paolo Marco Tamborrini e dalla professoressa Ottavia Parenti del corso interateneo (Università di Parma e Politecnico di Torino) “Design sostenibile per il sistema alimentare”, è stato tenuto agli studenti un seminario sull’argomento firmato dall’International Academy of Sensory Analysis.

Perché diventare panel leader?

Il pensiero di Massimo Artorige Giubilesi – Consulente Imprenditore

In qualità di Tecnologo Alimentare e CEO di una società di consulenza, formazione e servizi specialistici in materia tecnico-scientifica, legislativa e gestionale per la filiera alimentare (industria, ristorazione, ospitalità), sono molto operativo e mi occupo personalmente di progetti di ricerca e sviluppo inerenti alla validazione della shelf-life dei prodotti (microbiologica, chimico-fisica, sensoriale).
Dopo alcuni rudimenti e studio personale in materia, ho frequentato questo corso (sarà il primo di una serie) per sviluppare le mie competenze, riversarle sui collaboratori e creare un gruppo di lavoro formato sull’analisi sensoriale, integrando in modo stabile la gamma di servizi offerti ai nostri clienti pubblici e privati. La via è tracciata da tempo in modo chiaro.
Sono certo che si creeranno sinergie tra la nostra azienda e il network Good Senses-Centro Studi Assaggiatori a beneficio del mercato.

Corso di formazione per Giudici qualificati – Professionisti dell’analisi sensoriale

La Scuola di Studi Superiori in Alimenti e Nutrizione dell’Università di Parma, insieme a IASA – International Academy of Sensory Analysis, organizzano un corso di formazione per Giudici qualificati – Professionisti dell’analisi sensoriale, presso l’Università di Parma.
Il corso si rivolge a coloro che utilizzano i sensi in ambito lavorativo come assaggiatori, sommelier, tecnici e tecnologici, giornalisti e scrittori del gusto, dipendenti di aziende del settore agroalimentare che puntano a creare panel di assaggiatori specializzati. La consapevolezza diffusa della potenza dell’analisi sensoriale per le aziende alimentari, che devono immettere sui mercati prodotti sempre più aderenti alle richieste dei consumatori, si scontra spesso, a causa di ritmi pressanti e/o di mancanza di competenze, con approcci non corretti per il rigore del metodo usato o per le persone, intese come strumento analitico, utilizzate. Ciò rischia di generare dati incompleti, imprecisi o completamenti erronei, che possono portare a scelte produttive/commerciali sbagliate e quindi potenzialmente dannose per l’azienda.

Il 4 e il 5 febbraio 2025, all’Università di Parma, al link tutte le info:

https://www.advancedstudies.unipr.it/it/corsi/corsi-di-formazione/corso-di-analisi-sensoriale-per-giudice-qualificato/565/

Per iscriversi

Eleonora Carini, Professoressa in Scienze e Tecnologie Alimentari e Presidente della Scuola di Studi Superiori in Alimenti e Nutrizione dell’Università di Parma.

Perché sono diventato Leader dei Narratori del gusto?

Sono 27 i nuovi Leader dei Narratori del gusto, una bella squadra che segna un inequivocabile successo dell’operazione. Per iniziare a conoscerli meglio è stato loro posta una semplice, ma precisa domanda: perché sono diventato Leader dei Narratori del gusto?
Leggiamo le loro risposte.

Claudio Porchia
Per me essere un Leader dei NdG è una tappa importante di un percorso iniziato molti anni fa, quando ho scoperto che ogni piatto racconta una storia, radicata nel territorio e che i racconti che accompagnano i pasti possono trasformare un semplice pranzo in un’esperienza indimenticabile. Questo nuovo ruolo nei NdG implica una doppia responsabilità: quella di custode della tradizione gastronomica, ma anche quella di un innovatore, capace di adattare e reinterpretare le storie in chiave moderna.

Giuseppe Serra
Penso che “studiare” e “formare”, coinvolgendo, le persone tecniche e preparate nella pratica dei propri sensi, si ha un compito che rende la condivisione della “conoscenza più elevata”. “Coinvolgere” e aiutare a “scoprire” quanto è possibile fare con i propri sensi ai curiosi, agli appassionati o agli scopritori di sé stessi, ti porta a non perdere di vista la bellezza di comunicare, vivendo esperienze diverse con le persone, rende la condivisione della “conoscenza più ampia”.

Perché sono diventato Leader dei Narratori del gusto?

Sono 27 i nuovi Leader dei Narratori del gusto, una bella squadra che segna un inequivocabile successo dell’operazione. Per iniziare a conoscerli meglio è stato loro posta una semplice, ma precisa domanda: perché sono diventato Leader dei Narratori del gusto?
Ecco le prime tre risposte.

Nadia Bertana
Evolvere nel mio lavoro è fondamentale.
Occupandomi di Web Marketing, ogni giorno devo essere preparata sulle novità, sui nuovi strumenti e sulle strategie migliori da mettere in campo in base all’obiettivo. Essere Leader dei Narratori del gusto per me è un’ulteriore evoluzione, ho aggiunto un pezzettino verso un mondo fantastico, quello della percezione e dei sensi, che fa parte della vita di ognuno e aspetta solo di essere approfondito.
Narrare il gusto e portare nuove forme di comunicazione nelle aziende per me è entusiasmante!

Eleonora Cuttica
Ho trasformato la passione per il vino, per l’olio extravergine e per i miei cosmetici a base di questi preziosi ingredienti in un approccio unico, capace di raccontare e valorizzare la natura e il territorio. Attraverso degustazioni sensoriali che uniscono storie, sapori e profumi, le persone creano un legame autentico con ciò che scoprono.
Credo che ogni prodotto abbia una storia da raccontare e un’emozione da trasmettere ed è per questo che sono diventata Leader dei Narratori del gusto.

Giuseppe Gargiulo
Sono diventato Leader dei Narratori del Gusto perché la mia passione per il cibo va oltre il semplice assaporare: è una vera e propria ricerca. Come food hunter, esploro tradizioni agroalimentari per scoprire storie uniche legate a ogni territorio italiani. Credo che ogni ingrediente abbia un’anima nascosta da raccontare. Questa posizione mi consente di condividere le mie scoperte con gli altri, trasformando ogni esperienza di “scoperta” in un racconto coinvolgente e memorabile legato ai sapori e alle storie che li accompagnano.

I vini italiani da investimento

Osservando i dati mondiali sui vini da investimento si potrebbe dedurre che gli italiani ci credono poco. In effetti non sono molte le aziende che tesaurizzano le annate per metterle in commercio quando possono consentire all’appassionato un’esperienza di rilievo, poche le enoteche e pochissimi i ristoranti che possono offrire giacimenti degni di nota. In un simile contesto assume valore la tesi di Greta Mombelli, laureata al Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Brescia con Eugenio Brentari, professore ordinario e presidente dell’International Academy of Sensory Analysis, in qualità di relatore, in quanto attraverso una nutrita serie di interviste a imprenditori del settore vitivinicolo, dimostra che sta sorgendo un nuovo interesse per questa categoria di vini. Un Rinascimento in vista? Staremo a vedere.

C’è qualcosa di nuovo nel trasferimento della conoscenza

L’ibridazione dell’Università di Parma con il Politecnico di Torino ha generato un corso di laurea davvero innovativo: Design Sostenibile per il Sistema Alimentare. Questo corso si focalizza sulla progettazione sostenibile nell’ambito alimentare, con l’obiettivo di formare professionisti capaci di affrontare le sfide legate alla sostenibilità, all’economia circolare e all’innovazione nel settore del food system. Tra le prime lauree si annovera quella di Vittoria Guerini dal titolo “Food: strumenti grafici per il trasferimento della conoscenza”, relatrice Ottavia Parenti, correlatore Luigi Odello.
L’elaborato si articola in tre grandi capitoli (i destinatari, le modalità e la nuova formula per il trasferimento della conoscenza) facendo ricorso alle arti visive e proponendo una serie di strumenti grafici in grado di rendere espliciti e di facile interpretazione anche concetti complessi come quelli ricavati dalle scienze sensoriali. In pratica la tesi riesce a esprimere molto bene come fare sentire l’aroma anche quando questo non c’è perché la comunicazione avviene attraverso i canali mediati.