Nell’ambito del food il vino è sicuramente il prodotto che registra la maggior quantità di libri sulla degustazione, la più folta schiera di scolarizzati del gusto e il maggior numero di valutazioni sensoriali. Dunque qual è la necessità di un nuovo sistema per spiegarne il percepito? L’esigenza nasce dalle tecniche innovative messe a punto dai Narratori del gusto per la conduzione di seminari da tenere a neofiti ed enofili in cui i protagonisti siano i partecipanti e l’apprendimento sia il frutto di un’attività ludica, seria ma non seriosa.
Il Codice Sensoriale del Vino non è solo un libro, ma un sistema narrativo compendiato da una serie di diapositive, da mappe sensoriali e altri elementi da utilizzarsi nell’accoglienza dei visitatori nelle aziende enologiche, durante i seminari che si svolgono in ristoranti, hotel, fiere nazionali e internazionali, nonché in ogni altra occasione. L’innovazione risiede nella formula adottata: ogni argomento è a senso compiuto (quindi l’apprendimento risulta molto più facile) ed è associato a esercitazioni che portano immediatamente alla decodifica del territorio e della tecnologia che hanno scolpito i caratteri sensoriali del vino.
Ieri è stato presentato ai leader dei Narratori del gusto nel workshop che si è tenuto a La Tordela di Torre de’ Roveri (BG), una bella azienda con 25 ettari di vigneto che può vantare in Federica Bernardi la più giovane brand ambassador del movimento dedito alla comunicazione innovativa del vino.
Il Codice Sensoriale del Vino ha registrato un’accoglienza superiore alle attese da parte del qualificato pubblico presente giunto da ogni parte d’Italia. Giornalisti, produttori vitivinicoli, sommelier qualificati, sensorialisti e assaggiatori lo hanno trovato consono per portare una ventata di aria fresca nella comunicazione del vino.