
Quando questo succede i baristi più scafati mi rispondono con un sorriso e attendono il prossimo avventore, ma non sono pochi quelli che lo fanno subito con il gruppo da due e al manifestare del mio dispiacere che un caffè vada sprecato rispondono: “Non si preoccupi, il secondo lo bevo io”.
Grandi, fantastici professionisti, come baristi e come venditori. Come baristi perché significa che sanno che è più difficile fare un caffè eccellente con il gruppo da uno, per tanto impegno ci possano mettere. Il filtro ha una geometria diversa, l’acqua attraversa in modo differente il panello del caffè, tanto che quasi mai ha lo stesso residuo secco di quello fatto con il gruppo da due tazzine. Ne va di mezzo in primis il corpo, e poi anche l’intensità dell’aroma e la persistenza in bocca del medesimo. Fantastici anche come venditori, perché hanno saputo inquadrarmi come un consumatore sapiente che non potrà più lasciare un bar dove ha trovato una simile cortesia. Nulla a che vedere con quella parte del mondo che l’espresso lo fa con 19 grammi, quasi un doppio sottoestratto che mai conosce i principi dell’architettura del gusto. L’Espresso Italiano si fa con 7,5 grammi, perché la sostenibilità comincia di qui, dal risparmio. Piuttosto paghiamolo il doppio e facciamo giungere un po’ di ricchezza ai coltivatori.