Ricordiamo ancora quando Gualtiero Marchesi disse che il nostro non è il paese della ricchezza, bensì dell’eleganza. Si rivolgeva alla nostra cucina, ovviamente, ma la frase ci è tornata in mente a Bergamo nel vedere 81 giudici di ben 27 nazioni schierati e silenti in attesa di valutare i vini in competizione per la IX edizione del Concorso Emozioni dal Mondo (scarica l’elenco dei vincitori). Per quanto i metodi possano essere fallosi e la mente umana complessa, nei loro volti si leggeva compostezza, amore per il prodotto, rispetto per chi l’aveva fatto. La bella sala della tenuta Medolago Albani rendeva solenne il momento, in perfetta sintonia con i giudici compresi nella loro parte. Cento persone in una sala (perché oltre ai giudici c’era il personale di servizio alle commissioni) che si muovevano all’unisono: bottiglie che arrivavano, bicchieri che si riempivano, commissari che degustavano, schede che si avviavano all’elaborazione. Ecco: l’eleganza generata dalla cura dei dettagli, un rito eseguito in onore di chi, produttore o consumatore, il vino lo ama.
La stessa frase del nostro Maestro della cucina ci è tornata in mente alla Fiera di Milano quando abbiamo visto le foto di 4.000 litri di buon latte della Centrale di Brescia immolati per fare quello che si è autodefinito il cappuccino più grande del mondo. Una massa schiumosa deforme di latte montato miscelato a caffè con la pretesa di essere considerata la più grande esecuzione di una delle nostre bevande più amate nel mondo. Se da una parte contestiamo il fatto che fosse un cappuccino (per definizione dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano: 100 millilitri di latte montato a volume di 125 millitri mediante vapore e aggiunto a 25 millilitri di espresso), dall’altra non possiamo evitare una nota di biasimo pensando a un alimento prezioso sprecato per un gesto meramente finalizzato all’apparire.
Concorso Emozioni dal Mondo 2013
Cappuccino più grande del mondo, Host 2013