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Che cos’è la sinestesia?

Come si evidenzia? Quali implicazioni ha nella descrizione e misurazione della percezione? Chi sono i sinesteti?
Semplificando molto, possiamo considerare la sinestesia una sorta di corto-circuito: percezioni e sensazioni che dovrebbero viaggiare su canali strettamente indipendenti vengono invece mescolate, al punto tale che se un canale riceve un segnale, ne viene evocato uno “correlato” anche nell’altro canale, anche quando questo non ha ricevuto stimoli. In un contesto più tecnico, il termine sinestesia e? stato originariamente usato per descrivere una condizione neurologica particolare, non patologica, nella quale il soggetto che visualizza un grafema (una lettera, un numero, un “segno” utilizzato per indicare qualcosa) lo vede intrinsecamente colorato. In altre parole, il sinestetico mostra un’associazione involontaria, inconscia e costante nel tempo, tra segno e colore: per esempio, percepisce la lettera A come colorata di rosso, a prescindere dal reale colore di stampa, che viene comunque percepito correttamente.

Questa sinestesia e? detta “grafemagcolore”: oggi sono noti oltre 80 tipi di sinestesie diverse, per indicare le quali si usa, come sopra, una notazione a freccia, ponendo a sinistra della freccia lo stimolo “induttore” e a destra la percezione “reclutata”. Abbiamo cosi?, per esempio, sinestesie “suonogcolore”, quando lo stimolo sonoro evoca sensazioni cromatiche, e cosi? via per praticamente tutte le combinazioni di sensi e stimoli che e? possibile immaginare.

Roberto Marangoni

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